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al testo di cristina bizzarri
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Quando senti il tocco - come di vibranti dita vegetali che invocano armonie tra fronde solitarie - sfiorarti fin nel cavo della foglia più nascosta, è culla per la linfa che credevi ormai dispersa se pure sciolgono l' ormeggio che la mente incatenava alla fonda umida e scura dove illusorio è il viaggio. Allora come stormo di bianchi uccelli migratori ti slanci smisurata verso balconi rosa di speziati orienti mentre lo sguardo quasi scivola sul mare - e deponi alla sorgente lucida degli occhi la cupa eco di marinai ubriachi che tra fessure d'ombra accerchiavano candele quasi consumate. Molli la fune che ti sequestrava il mare - navigando ormai senza più remi, o vele, spinta dal soffio di chi da sempre, nel blu immenso, ti aspettava.
A Paolo Melandri
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